Ven. Gen 17th, 2025

Sandro Pertini, in un memorabile discorso alla Nazione del Capodanno 1978 disse: “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”. A distanza di quasi mezzo secolo purtroppo dobbiamo segnalare un boom di sermoni, mentre per quanto riguarda gli esempi c’è una enorme carenza di un’altra delle virtù auspicate dal Presidente partigiano, cioè la coerenza.

Ecco dunque che giustamente – e lo sottolineo, GIUSTAMENTE – si chiede a gran voce la liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata qualche giorno fa in Iran per farne una leva di ricatto con gli USA che hanno fatto arrestare un iraniano in Italia. Giustissimo, ma le lezioni sul “valore sacrosanto del Giornalismo” anche no. Almeno non dopo aver taciuto sui 138 giornalisti uccisi dai bombardamenti degli israeliani tra Gaza, Cisgiordania e Libano. Almeno non dopo aver taciuto durante i 12 anni di detenzione per Julian Assange.

Abbiamo sentito proteste sacrosante quando Putin ha fatto uccidere l’oppositore Navalny. E qui la stampa occidentale dovrebbe fare una attenta analisi di coscienza. Nel 2007, quando guidava il partito xenofobo e con simpatie neonaziste “Narod” era indicato come un pericoloso agitatore, ma dal 2010, dopo aver improvvisamente mutato le sue posizioni politiche, è diventato per la grande stampa uno dei paladini della libertà contro l’oppressione putiniana.

Sono dunque criminali di guerra i russi quando usano le bombe a grappolo (vietate dall’ONU fin dal 2008), ma diventano armi “buone” se sono gli americani a fornirle all’Ucraina. Si deve giustamente definire Putin un criminale di guerra perché così è stato sancito dalla Corte Penale Internazionale, ma poi si critica la medesima Corte quando pronuncia lo stesso verdetto nei confronti di Nethanyau? Poi ci sarebbe quella roba delle elezioni annullate in Romania perché il risultato non era gradito, unito alle proteste “popolari” in Georgia contro l’ufficializzazione dell’esito delle loro Presidenziali…pensare che ci avevano detto che noi occidentali dovevamo “esportare la democrazia”.

Potrei andare avanti a lungo portando esempi di questa insopportabile “doppia morale” che ci porta a giustificare le peggiori nefandezze quando sono compiute da noi o dai nostri alleati/protettori, salvo poi ergersi a paladini dei “grandi valori dell’Occidente” quando i BRICS o altri Paesi esterni al nostro esclusivo club compiono azioni analoghe.

Un appello dunque – che resterà sicuramente inascoltato – per giornalisti e politici in questo 2025 che va ad iniziare: tornate a dire la verità, chiamando le cose con il loro nome e senza aver paura di ritorsioni. Per inciso…se non lo fate per timori di azioni nefaste, siete proprio sicuri di vivere in una “democrazia”? Finchè saranno in pochi, tra giornalisti e politici, ad avere il coraggio di dire NO e raccontare la realtà senza fare i tifosi la democrazia occidentale non farà altro che slittare sempre di più verso i nuovi totalitarismi. Le mezze misure, le soluzioni morbide liberaldemocratiche (capito Macron e Scholz?), le ambiguità di fronte alle scelte essenziali (guerra, austerità, salari) non fanno altro che alimentare nei popoli smarriti il desiderio malsano e suicida dell’uomo – o della donna – forte. Preveniamo dunque questo declino con l’unico antidoto che abbiamo a disposizione: il coraggio. Senza inutili sermoni, degni dei “cattivi maestri”, ma con la forza trainante dei buoni esempi.

Mirco Giubilei

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