Non prendiamoci in giro: l’Ucraina, piaccia o meno, ha perso la guerra. Solo degli esaltati, del resto, avrebbero potuto immaginare una vittoria di Zelensky contro la Russia. Dopo le iniziali richieste di armi per difendersi l’Ucraina, spinta soprattutto da USA e Gran Bretagna, è passata a pretese ben più impegnative e finalizzate addirittura al contrattacco.
La fantomatica “controffensiva” ucraina, favorita dalle enormi forniture di armi da parte della NATO, ha fatto appena il solletico alla Russia e ora la prospettiva è casomai quella di una seconda avanzata russa per tagliare fuori Kiev conquistando tutta la costa sul Mar Nero. Temo che sentiremo parlare spesso della meravigliosa Odessa nei prossimi mesi.
In questo scenario basta una scintilla per far divampare un incendio ancora più grande. Governanti assennati si impegnerebbero per trovare una via di uscita diplomatica, ma ciò che vediamo è l’esatto opposto. Macron addirittura ipotizza l’invio di truppe europee in battaglia, superando una volta per tutte l’ipocrisia dell’attuale guerra per procura e aprendo le porte a una guerra totale tra NATO e Russia. Questo scenario significherebbe solo una cosa: la totale distruzione dell’Europa. Chiunque vinca.
L’unica soluzione ragionevole sarebbe restarne fuori. L’Europa non ha nessun interesse alla prosecuzione del conflitto in Ucraina, né tanto meno al suo allargamento.
Resto sconcertato di fronte al totale asservimento dei principali paesi del nostro continente alla crescita indefinita di una tensione militare che può solo portare ad esiti drammatici. Passi pure la posizione comunque ininfluente dell’Italia, mai stata nella sua storia così inchinata all’America come ora, ma è pericolosissimo che paesi più strutturati come Francia e soprattutto Germania, pur colpiti già direttamente dagli esiti della guerra (il Nordstream…), restino in silenzio o addirittura si facciano portavoce di ipotesi folli di interventi diretti.
Ogni manifestazione popolare che possa far pressione sui governi per fermare questa follia va aiutata. A costo di prendere manganellate come gli studenti di Pisa. E poi a giugno (sperando di essere ancora in tempo) eleggere una maggioranza pacifista nel nuovo Parlamento Europeo cancellando la pagina nera della Commissione Von der Leyen e avviando finalmente la trasformazione dell’Unione Europea in una Federazione capace di esprimere una propria politica estera comune. Viste le condizioni attuali pare un obiettivo quasi impossibile, ma è pur vero che per tempi difficili servono donne e uomini coraggiosi.
Buona Pasqua a tutti dunque, che sia una Pasqua di Pace di Coraggio.