Sab. Feb 15th, 2025

Cinque anni di ritardo e sentirli tutti

Il Movimento attuale non ha nulla a che vedere con quello di 10-12 anni fa, eppure ha lo stesso logo (al netto del “2050” imposto da Grillo e che quasi nessuno ha capito). Abbiamo fatto mille cambiamenti in pochissimo tempo, alcuni comprensibili e altri decisamente meno. Abbiamo cambiato linea politica troppe volte, con cambiamenti repentini e senza dare tempo né agli elettori né agli attivisti nemmeno di capirli. Quante volte avremmo anche voluto fare dei gazebo e abbiamo rinunciato perché neanche noi più attivi avevamo capito come si poneva il Movimento su alcuni temi e non avremmo saputo rispondere alle domande della gente? Quello che credo è che il Movimento sia stato un benefico e necessario momento di rottura degli schemi politici tradizionali, ma dopo ogni fase di rottura deve seguire una ricostruzione…se non si è capaci di farlo e gli altri si riorganizzano prima di noi, l’unica conseguenza è la restaurazione. E’ quello che sta accadendo. Quello che più mi fa male è sentire gente che ci accusa di essere addirittura peggiori dei vecchi partiti…non ce lo meritiamo, ma l’accusa va capita. Abbiamo fatto credere a tutti (ci credevo anch’io) che la politica fosse una cosa semplice e alla portata di tutti, purché onesti. Non basta e mi vergogno profondamente della maggior parte dei nostri parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali…è mancata totalmente una selezione per meriti e abbiamo mandato avanti con quella cosa schifosa che è stata Rousseau un branco di gente senza arte né parte. Abbiamo fatto credere che potevamo cambiare tutto in tempi rapidi (il TAP da fermare in due giorni, l’uscita dall’euro con un referendum che invece neanche avremmo potuto fare perché vietato dalla Costituzione, l’abolizione della povertà con il reddito di cittadinanza e altro): il cambiamento richiede invece tempi lunghi e gradualità, requisiti incompatibili con la narrazione di un movimento rivoluzionario. Oggi queste cose alcuni di noi le hanno capite, Conte in primis. Eppure continuiamo a tenere il logo dei rivoluzionari ingenui e un po’ cazzari di dieci anni fa…un logo che ormai la maggior parte dei nostri connazionali odia furentemente.

Quel Movimento, è da un po’ che lo dico e ne sono sempre più convinto, doveva essere sciolto nel 2017. Nel momento in cui abbiamo deciso che il prossimo passaggio doveva essere il governo del Paese, da soli o in compagnia, dovevamo darci una organizzazione e dovevamo avere l’onestà intellettuale di dire che stavamo entrando in una fase nuova e profondamente diversa. Chi non era d’accordo, legittimamente, se ne sarebbe andato in quel momento senza inutili e dolorosi scontri. Dopo altri 5 anni invece continuiamo a trascinare l’agonia per non volere ammettere che non siamo più – e non potremmo comunque essere – il Movimento di un tempo.

Mi auguro che Conte e Di Battista, insieme ai giovani più validi dell’area progressista e a qualche valido personaggio di esperienza (tipo Bersani) scelgano finalmente di dare vita a un nuovo soggetto politico che porti avanti i temi della nostra Carta dei Valori, ma che abbia finalmente una struttura territoriale degna di questo nome. Penso che questo nuovo soggetto debba avere l’umiltà e la consapevolezza di aver bisogno di tempo. Le elezioni del 2023, mettiamocelo in testa, sono già perse e la sfida sarà tra una destra meloniana e un centro draghiano…buona catastrofe! Noi costruiamo questo nuovo soggetto, lasciamo un drappello (bastano anche poche persone) in Parlamento, ma soprattutto lavoriamo sodo nei territori per i prossimi 5 anni. Se avremo fatto bene i “compiti a casa” nelle elezioni del 2031, dopo un quinquennio meloniano e/o draghiano, porteremo ai cittadini la nostra proposta alternativa.

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