C’è stato un tempo in cui grandi politici hanno saputo disegnare un mondo migliore. Purtroppo, erano troppo “avanti” e non li abbiamo seguiti.
(dal Manifesto programmatico del Movimento Comunità di Adriano Olivetti, gennaio 1953)
In primo luogo, la Federazione europea. Una Federazione europea, beninteso, aperta a tutti gli Stati che vogliano accedervi, accettando un assetto interno di democrazia garantita dalle leggi. II Movimento Comunità vede, ripetiamo, un elemento di progresso nel fenomeno federativo, sopranazionale. Nel caso poi particolare dell’Europa, e data la divisione del mondo in sfere d’influenza, una Federazione europea è l’unica risposta democratica coerente ai vari nazionalismi, e anzi l’unica strada per riacquistare alle nazioni d’Europa la qualità di soggetti della storia. Inoltre, l’esperienza dimostra che solo Stati strategicamente forti pongono e risolvono il problema delle autonomie all’interno; e la realtà politica attuale indica che attraverso la battaglia per il federalismo europeo e per una costituente europea si possono individuare e combattere i nemici di ogni struttura federalista e comunitaria, e preparare invece una classe politica non esclusivamente legata ai partiti – che sono poi le cose che a noi interessano di più. Per questo il Movimento Comunità è naturalmente federalista, ma vede con decisa opposizione la possibilità che l’idea federalista declini in una sorta di strumentalismo strategico e in una coalizione di Stati. Federalismo non deve essere statalismo, ma al contrario struttura sempre più autonomistica nell’ambito degli Stati, autonomia generale. Una federazione di Stati accentrati e nazionalisti è una contraddizione in termini e potrebbe addirittura servire a bloccare lo status quo sociale esistente, anziché essere un elemento di innovazione. La Federazione europea darà all’Europa autonomia e salvezza, ma ciò stabilmente per sè e in modo esemplare per gli esterni, solo se federazione è intesa nel senso integrale di decentramento assoluto, di autonomia generale anche nei confini degli Stati, di articolazione politica e amministrativa antimonopolistica in ogni senso. In definitiva gli Stati Uniti d’Europa saranno una realtà viva e operante in quanto immediata conseguenza di un comune scopo spirituale e di un assetto politico e sociale nuovo e omogeneo.