Alcuni giorni fa ho scritto un post in cui ricordavo un episodio della storia politica della mia città che mi ha visto, seppur marginalmente, protagonista.
Auto-cito: Le elezioni comunali del 2011 sono state per me estremamente rivelatrici. Un comune di circa 16.000 abitanti aveva 5 candidati sindaci supportati da 14 liste. Molte di queste liste erano, ovviamente, di pura facciata. Riuscendo a trovare 16 candidati in un comune di 16.000 abitanti (10.000 elettori scarsi) si arriva automaticamente al 2% col solo voto dei parenti. Alla fine dei giochi magari a fare la differenza è proprio una o due liste di questo tipo. E’ politica questa? Questo sistema di moltiplicare liste e candidati negli ultimi anni ha avuto un boom clamoroso e francamente imbarazzante.
In queste settimane si parla molto di legge elettorale (argomento nuovo, complimenti) visto che quella varata in fretta e furia da PD, Forza Italia e Lega con ben 8 voti di fiducia sta dimostrando di essere totalmente inadeguata. In molti propongono una legge simile a quella dei Comuni in modo da sapere, la sera delle elezioni (o meglio la sera del ballottaggio) chi è il capo del Governo.
Andrebbe premesso che un sistema del genere non esiste, applicato alle elezioni nazionali, in nessun paese europeo avanzato. In Germania e Spagna vige, ad esempio, un sistema sostanzialmente proporzionale, mentre in Inghilterra il sistema è maggioritario. I sistemi maggioritari, in genere, hanno maggior successo in paesi in cui vige il bipartitismo, ovvero quanto di più lontano possibile dalla storia italiana.
La nostra Costituzione propende sostanzialmente per un sistema di tipo proporzionale affinché le diverse espressioni politiche siano tutelate e rappresentate.
Ovviamente ci sono dei limiti oltre i quali l’esigenza di rappresentatività va a farsi benedire. Nelle ultime elezioni abbiamo assistito alla costituzione in extremis di liste francamente assurde. La lista Bonino sostenuta da Tabacci per evitare la raccolta firme; la lista petalosa della Lorenzin in cui è confluita (che tristezza!) persino quella lista che indegnamente porta ancora il nome dell’Italia dei Valori; la lista “Insieme” con dentro socialisti, verdi e prodiani (cosa abbiano in comune resta ancora un mistero fitto); la leggendaria “quarta gamba” del centrodestra…
Tante liste ovviamente non rappresentano visioni diverse dello Stato, ma sono usate solo per aggiungere quello zerovirgola alle coalizioni. Il tutto, se a livello nazionale è imbarazzante, a livello regionale e comunale diventa semplicemente folle.
Resto dell’idea che chi si presenta alle elezioni, da solo o in coalizione, deve avere una sua visione chiara di quello che andrà a fare. Deve avere un programma di cui sia possibile verificare per tempo la fattibilità. Deve avere candidati da “mettere alla prova” prima di lanciarli senza rete nell’agone del Consiglio Comunale, del Consiglio Regionale o del Parlamento.
Credo dunque che una legge elettorale seria dovrebbe prevedere le seguenti regole:
1) Liste, candidati e programmi delle forze politiche devono essere presentate un anno prima delle elezioni. Non ci si improvvisa amministratori in un mese, ma allo stato attuale è possibile – anzi è la regola – costituire delle liste ad hoc a un mese dalle elezioni raccattando candidati all’ultimo momento. Tutto ciò non è serio e porta inevitabilmente a disastri. Presentando liste, candidati e programmi un anno prima ogni lista che concorrerà alle elezioni dovrà necessariamente lavorare sodo per elaborare, quanto meno, un programma economico e una proposta di bilancio. Come ricordato giustamente più volte in Consiglio dal buon Guido Guerrini (ogni tanto la pensiamo in maniera simile) viviamo l’anomalia di amministrazioni comunali che si insediano in genere a giugno trovando un bilancio già fatto dall’amministrazione precedente e non potendo dunque incidere da subito. Iniziando a lavorare un anno prima delle elezioni alla prima riunione di Giunta la nuova amministrazione potrebbe invece portare subito in approvazione una robusta variazione di Bilancio e iniziare subito a governare davvero.
2) Obbligo di presentazione preventiva, almeno sei mesi prima delle elezioni, dell’ipotesi di composizione della Giunta Comunale.
3) Le liste possono presentarsi da sole o in coalizione, ma avendo comunque lo stesso numero complessivo di candidati. In un comune come Sansepolcro, ad esempio, i consiglieri eleggibili sono 16 quindi le liste possono essere composte da massimo 16 persone. Una coalizione di 4 liste oggi potrebbe presentare fino a 16 x 4 = 64 candidati. La sproporzione è evidente e genera aberrazioni come quella della lista (non ne faccio il nome per non cedere al turpiloquio) che alle ultime elezioni comunali su 16 candidati aveva solo 3 cittadini di Sansepolcro: in casi del genere cosa ti presenti a fare? Nella mia proposta quindi le 4 liste dovrebbero avere, al massimo, 16 candidati complessivi divisi come meglio credono tra le liste.
4) Introduzione di una soglia di sbarramento sotto la quale una lista non ha diritto ad ottenere seggi nel Consiglio Comunale. Ritengo ragionevole una soglia del 5%. Tale soglia dovrebbe valere sia per le liste singole che coalizzate.
Aggiungo solo una postilla sulle leggi elettorali nazionali. Ne sento parlare sostanzialmente da quando sono nato, sembra che il problema dei problemi per l’Italia sia quello di determinare la giusta legge elettorale.
A mio parere il problema sta a monte, ovvero nella modalità di approvazione. Tutte le leggi elettorali sono state infatti approvate dal Parlamento con maggioranza semplice. Si tratta però delle “regole del gioco” ed è ingiusto che una maggioranza, che essa sia di governo o trasversale come nel caso del Rosatellum, imponga a tutti gli altri le regole. Non è un caso, forse, se tutte le ultime leggi elettorali hanno favorito i loro proponenti (o danneggiato gli altri), risultando spesso anche incostituzionali.
Una legge elettorale dovrebbe dunque essere approvata da una maggioranza di almeno due terzi del Parlamento in modo da essere, obbligatoriamente, equilibrata. Tale regola vale già, tra l’altro, in moltissimi Paesi.
La mia proposta, in linea con quanto indicato dalla nostra Costituzione, sarebbe quella di un impianto proporzionale, con liste e coalizioni tutte concorrenti con lo stesso numero massimo di candidati, possibilità di esprimere preferenze, divieto assoluto per le pluri-candidature, obbligo di residenza nel collegio elettorale in cui ci si candida, soglia di sbarramento al 5% per liste singole e coalizzate. Al fine di agevolare la governabilità potrebbe essere introdotto un ballottaggio tra le prime due liste per assegnare una quota fissa di parlamentari (direi almeno 10%, non oltre il 15%).
Analogamente ai Comuni le liste dovrebbero essere presentate un anno prima, tutte adeguatamente verificate per evitare casi di incompatibilità (e quindi “depurate” entro sei mesi dalle elezioni), certificazione di fattibilità economica del programma – da presentare in prima stesura un anno prima delle elezioni e nella versione definitiva “certificata” dagli uffici contabili di Camera o Senato al massimo sei mesi prima delle elezioni, obbligo di presentazione di almeno tre quinti della squadra di Governo ipotizzata.
Restano ovviamente valide le norme vigenti in materia di parità di genere e sul tagliando “antifrode”, positiva innovazione delle ultime consultazioni.
Mi direte: ma così stiamo un anno in campagna elettorale! E’ vero, ma sinceramente la cosa mi preoccupa molto poco. Se ci pensate viviamo in una campagna elettorale continua, subissati di caz…te, in una gara di un mesetto scarso a chi la spara più grossa. Chi vuole governare deve dimostrare di avere capacità e resistenza: a sparare quattro cavolate in qualche settimana di campagna elettorale basta essere dei bravi pubblicitari, per fare delle liste inattaccabili e scrivere programmi capaci di superare qualsiasi prova di fattibilità bisogna essere statisti.
Probabilmente molti degli attuali protagonisti della vita politica italiana neanche parteciperebbero a una competizione elettorale del genere…e anche questo sarebbe un gran bel passo avanti.
Che ne pensate?