Quando qualcosa non quadra è sempre bene mettere in fila i fatti per capire come stanno le cose.
Il 4 marzo ci sono state le elezioni politiche ed hanno avuto dei risultati tali da non garantire a nessuna delle tre principali formazioni in campo di avere autonomamente i numeri per governare. In tali casi è evidente che due delle tre formazioni devono accordarsi, più o meno virtuosamente, per trovare un accordo e far partire un governo.
Le opzioni, a causa dei vari veti contrapposti, alla fine si sono ridotte ad una sola: governo M5S+Lega. Unica alternativa le elezioni.
A quel punto la Lega ha potuto spingere sull’acceleratore e mettere il proprio alleato Forza Italia davanti a un bivio: o si va alle elezioni e voi scomparite oppure “sospendiamo” l’alleanza e solo noi della Lega senza voi di Forza Italia facciamo un Governo col M5S.
Ovviamente poi la retorica e la volontà di non infierire sull’alleato Berlusconi, uomo notoriamente vendicativo, ha imposto l’attesa per le dichiarazioni sul “passo indietro” di Forza Italia arrivato nella serata di ieri (e ignorato dai più, ironia della sorte, poiché giunto in contemporanea alla disfatta del Milan in finale di Coppa Italia – a proposito Fassone quando lo vendiamo Dollarumma?).
Intendiamoci, al di là dei valori ideali di M5S e Lega che sicuramente sono lontani anni luce, c’è un aspetto sul quale – perdonate la deformazione professionale – non si può transigere: i numeri.
M5S e Lega hanno, da soli e con un discreto margine, la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e al Senato. Il Berlusconi a cui viene dato molto risalto mediatico in queste ore perché avrebbe “consentito” l’avvio del nuovo Governo in realtà non ha nessuna possibilità di incidere sulle scelte del M5S e, se Salvini dimostrerà di essere indipendente, conterà veramente zero nella nuova situazione.
Cosa avrà in cambio Berlusconi? In pratica la sopravvivenza, visto che nuove elezioni avrebbero segnato la discesa di Forza Italia sotto il 10%. Attenzione però: nuove elezioni a breve avrebbero indotto molti elettori al cosiddetto “voto utile” polarizzando il voto su M5S e Lega, ma togliamoci dalla testa che una delle due formazioni avrebbe ottenuto da sola la maggioranza assoluta. Purtroppo ultimamente la “moda” è quella di identificare in Salvini il leader più fortemente in ascesa.
In caso di elezioni a breve il M5S non credo possa andare troppo oltre il risultato strepitoso ottenuto a marzo: il 40% è fantascienza pura, penso che arrivare al 35% sarebbe veramente il massimo del massimo.
La Lega attuale può superare il 25% e arrivare, fondendosi con Fratelli d’Italia, fino al 30% e forse un po’ oltre.
Il Partito Democratico, soprattutto se Renzi continuerà ad andare in televisione, potrà ulteriormente crollare ancora e avvicinarsi al 10-12%.
Forza Italia può scendere fino all’8-9%
Resta quasi un 15% da assegnare alle molteplici forze minori.
Alla fine dei giochi quindi, avvalendosi dei vantaggi dati dal Rosatellum alle coalizioni, Salvini avrebbe probabilmente quasi la maggioranza da solo (insieme a Berlusconi) e avremmo una situazione analoga a quella attuale semplicemente con il rafforzamento dei due partiti principali, che tuttavia a quel punto non avrebbero più motivo di aggregarsi per fare un governo insieme.
Cerco sempre di essere più realistico possibile e l’opzione di nuove elezioni subito, francamente, temo rischierebbe di consegnare il paese al solo Salvini (con la presenza determinante di Berlusconi).
La soluzione emersa nelle ultime ore, pur con tutti i suoi limiti e le innegabili paure, penso dunque sia il male minore per l’Italia.
Starà alla capacità e alla qualità della classe politica cresciuta in questi anni nel Movimento trasformare tale male minore in una grande occasione di rilancio per l’Italia. Dovrebbe essere la speranza di tutti.
Ovviamente, in prima battuta, ogni scelta del Movimento DEVE essere criticata e quindi in queste ore assistiamo allo spettacolo davvero divertente offerto da quelli che per due mesi hanno detto “tocca a voi” e ora scrivono preoccupatissimi proprio perché “tocca a noi”.
Ci sono poi quelli che hanno governato per anni con Berlusconi che ci mettono in guardia da quello che Berlusconi potrà volere in cambio della propria “astensione benevola” (allocuzione che fa il paio con “governo neutrale” nello sconfinato dizionario delle putt..ate politiche italiane).
Poi ci sono quelli di Sinistra che non sanno più dove sbattere la testa, ma nel dubbio danno la colpa al M5S dicendo ai loro ex elettori: “vedete, vanno con la Lega!”. Il giorno che la Sinistra capirà perché gli operai votano in massa M5S e Lega sarà sempre troppo tardi.
Andiamo dunque, comunque, avanti. Attendiamo di vedere il Contratto di Governo e poi, se sono rose, fioriranno.