Dopo la lunga vicenda Buitoni e l’incendio di Santa Fiora: quali prospettive per la città e il suo territorio?
Lettera aperta del Sindaco di Sansepolcro
“Un momento cruciale questo di inizio Agosto per Sansepolcro e l’Alta Valle del Tevere!
Superata abbondantemente la metà dell’anno, nel cuore di un’estate non proprio serena e vacanziera per il fiato soffocato della nostra economia, si possono, si devono tirare i conti della situazione, sopratutto per fare considerazioni e progetti sulle prospettive future della città e del suo territorio.
Per l’appunto siamo giunti a questo momento con varie preoccupazioni riguardo al cammino della Buitoni e, conseguentemente, di molte realtà del mondo del lavoro e dell’impresa, ma anche purtroppo segnati nell’animo da un fatto doloroso come quello dell’incendio che ha aggredito la Donati Legnami nella notte tra il 30 e il 31 di Luglio diventando il segnale di quei momenti che sono il simbolo di tutte le difficoltà di un periodo.
E dire che, durante la terza giornata di presentazione del nuovo Piano Strutturale ai tecnici e alla città, nella Sala del Consiglio si era discusso pubblicamente dell’impegno dell’Amministrazione comunale di realizzare al più presto nell’area industriale di Santa Fiora alcuni depositi in grado di fornire quantità necessarie di acqua per il servizio antincendio!
E, poiché Donati Legnami continuerà ad operare, come hanno fieramente affermato i proprietari, e senza che sia scelta la facile via dei licenziamenti, la città dovrà trarre esempio da questo triste e altamente simbolico episodio per trovare nuove e più ricche forze di progettazione e di imprenditorialità.
Come potrebbe accadere tutto ciò se non attraverso un appello all’amministrazione pubblica, alla città di Sansepolcro, al suo territorio e alle realtà civili, di impresa che sono unite dal Tevere, che sono l’anima, l’intelligenza e la forza di questa zona ricca di inventiva e di coraggio, di metodo imprenditoriale, capace di “fare sistema”, come si dice oggi?
Tutto ciò potrà realizzarsi se ci sarà una consapevolezza nuova che nasca dal mondo dell’impresa nei suoi significati più ampi, molteplici e innovativi, dalla sua forza e dalla sua tradizione migliore, dal mondo della scuola e della formazione, da quello della programmazione politica e amministrativa.
È chiaro che in tutto questo occorrerà una particolare capacità e coraggio di rinnovamento, a cominciare dalle decisive direttive e sollecitazioni, dai sostegni essenziali che si dovranno e si potranno dare alla imprenditorialità storica, segnata dalle sorti della Buitoni e purtroppo segnata dalle negatività delle economie e dei mercati internazionali, che anche qui, attorno al Tevere, si sono fatte e continuano a farsi sentire, nonostante la tenace e coraggiosa resistenza di una esemplare rete artigianale e nonostante la straordinaria forza e il prestigio di numerose importanti aziende storiche locali.
In conseguenza di queste “presenze” imprenditoriali, della loro politica di contenimento della crisi e di resistenza alle avversità del momento per realizzare nuove aperture al risanamento e preparare una ripresa economica, dovremo operare tutti assieme, senza pregiudizi o condizionamenti di parte realizzando una nuova politica delle infrastrutture e delle comunicazioni, una politica dei servizi, che vuol dire soprattutto strade e comunicazioni ferroviarie per liberare dall’isolamento l’Alta Valle del Tevere .
Intanto si dovranno nell’immediato studiare e favorire le ricerche di altre strade, senz’altro più accessibili, libere e creative, quelle delle imprese familiari, ad esempio, linfa vitale di un’economia nuova perché espressione di una progettualità sempre più vitale per le garanzie che le darebbe l’impegno di una famiglia.
Le imprese di questo tipo dovranno essere trascinate da una grande forza e da un coraggio non comuni, oltre che da uno spirito programmatico che sappia spaziare in campi e orizzonti nuovi, sollecitati dalla scelta di una preparazione innovatrice e incisiva come quella che viene da scuole professionali.
Queste scuole, come ci dimostrano numerose esperienze sempre più frequenti di questi ultimi anni, possono aprire le strade più diverse: dallo stilismo di moda alla tessitura, da professionalità alberghiere e turistiche a quelle artigiane le più qualificate in questo territorio di grandi tradizioni (intagliatori del legno, restauratori e creatori di mobili in stile, scuole di trina e merletto, lavorazione di metalli, ceramisti, artigiani del ferro battuto).
Tutto ciò per aprire entro tempi brevi la strada a giovani che siano desiderosi di entrare al più presto nel mondo del lavoro.
Qui non ci sarà bisogno di inventare ad ogni costo, ma di fare piuttosto affidamento sicuro su una ricca tradizione di attività da riscoprire, le quali, secondo i rilievi che si traggono dagli studi di mercato e di impresa, sono aperte ad ampie possibilità, soprattutto in un territorio come questo dell’Alta Valle del Tevere, che sembra particolarmente adatto a proposte di nicchia per la sua collocazione e per una straordinaria elezione artigianale e culturale.
Artigianato, turismo ed ecoturismo, appunto, impegni da affidare sempre di più a una imprenditorialità nuova, come potrebbe essere quella delle aziende familiari, cioè di realtà fortemente radicate per loro natura nel territorio.
Una città come Sansepolcro, un territorio come quello dell’Alta Valle del Tevere devono diventare le mète di turisti alla ricerca di un “nuovo classico”, un nuovo garantito dalla bellezza e dalla verginità di tutta una zona montana, collinare e di pianura, di un territorio oltre tutto impreziosito dalla presenza di testimonianze artistiche della più alta qualità, da tracce delle più famose tradizioni religiose e di fede.
E Sansepolcro dovrebbe mettersi nella condizione di offrire anche servizi nuovi e agevoli da realizzare e da collegare con questo tipo di turismo, da sostenere con strumenti e accorgimenti adeguati a ogni novità.
E il finanziamento per tutte queste attività?
Ecco, appunto, il supporto di banche e istituti di credito, a cui chiedere una politica, un metodo nuovo di finanziamento, magari in collaborazione con le amministrazioni locali.
Occorrerà dunque rafforzare la politica dell’apertura dei crediti e della concessione di finanziamenti ai nuovi imprenditori secondo la filosofia del microcredito d’impresa a tassi veramente sostenibili: facilitazioni da destinare soprattutto a giovani imprenditori.
Per realizzare tutto ciò sarà necessario che molte istituzioni ed energie della città e del territorio si mettano assieme e comincino a progettare in rapporti associati o consorziati, con la disciplina programmatica e il coordinamento di una istituzione pubblica, di un Consiglio di amministrazione consortile a cui dare vita al più presto, che dovrebbe nascere subito per sollecitazione del Comune di Sansepolcro e degli altri Comuni.
Di qui anche la creazione di uno “Sportello aperto” a disposizione soprattutto di quei giovani che vorranno “fare impresa” e che si dimostrino capaci di presentare e di realizzare progetti interessanti nella sicura prospettiva di una unità programmatica, nella progettazione delle attività che darà certamente forza e convinta determinazione a tutti gli interessati.
Ora le pubbliche amministrazioni (innanzi tutto quella di Sansepolcro), la Provincia, la Regione, la Camera di Commercio, le organizzazioni artigianali, commerciali e di impresa, sono chiamate, come ognuno di noi cittadini, a entrare in una competizione che potrebbe aprire orizzonti nuovi per questa città e per le città altotiberine e i loro territori”.
Sansepolcro, 05.08.08
Il Sindaco Prof. Franco Polcri
questa si puo’ commentare!
che fate un altro ente inutile…
ovviamente no, nessuno ha parlato di nuovi enti da creare…per come la vedo io (e non solo) ce ne sono già troppi!