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Il big bang di Bertinotti

Sono sempre più convinto che il vero pensiero politico bertinottiano sia quello magistralmente interpretato da Corrado Guzzanti

Per un big bang della sinistra

 (di Fausto Bertinotti – L’Huffington Post, 4 ottobre 2012)

Una forza politica di sinistra può costruirsi in Italia, ce ne sono tutte le condizioni nelle soggettività critiche diffuse che alimentano le lotte. Ora è venuto il momento di porre la questione all’ordine del giorno, sia per necessità storica (l’alternativa irrinviabile all’Europa oligarchica dei mercati e del massacro sociale), sia per le opportunità maturate nel conflitto e nella società.

La necessità è tanto più acuta perché in tutto il Vecchio Continente il centrosinistra è diventato parte organica dell’Europa neoconservatrice che si sta costruendo con il contributo decisivo delle politiche di bilancio. Tanto che in molti autorevolmente sostengono che gli stessi risultati elettorali, in questo quadro, sarebbero ininfluenti sulle scelte di fondo.

Tutti possono mettersi al lavoro, soggetti sociali, politici, culturali e, persino, economici in una trama di relazioni che stabiliscano nessi, ponti, connessioni che formino, a loro volta, il tessuto di un movimento antagonista. Dalla suggestione di una rivoluzione culturale per una grande sinistra potrebbe essere recuperata l’idea del big bang; questa volta almeno per le forze politiche interessate al progetto.

Esse cioè dovrebbero accettare di mettersi in discussione fino all’autoscioglimento. E, soprattutto, andrebbe messa a base irrinunciabile del processo una scelta radicale e intransigente di metodo: democrazia partecipata e una testa un voto. La raccolta di firme per il referendum sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e sull’articolo 8 della legge Sacconi è un’occasione importante. Lo so che le elezioni in Italia si avvicinano, ma è una ragione in più per affermare la centralità della questione della coalizione sociale e per lavorarci prioritariamente.

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