“Il Comitato dei cittadini per la difesa dell’ospedale di zona”: il trasferimento del deposito “emoteca” ad Arezzo forse una delle concause del calo di donazioni in valtiberina
SANSEPOLCRO – Il netto calo delle donazioni di sangue in valtiberina – specie tra i giovani – emerso nei giorni scorsi dai dati dell’AVIS Comunale ha suscitato delle riflessioni e la dichiarazione rilasciata dal “Comitato dei cittadini per la difesa dell’Ospedale di zona”. In particolare, per voce del suo coordinatore e portavoce – GianPiero Giuliani – il Comitato illustra delle possibili concause di carattere propriamente tecnico che hanno forse provocato una drastica riduzione delle donazioni – 30/40 per cento di donazioni in meno specie nei giovami tra 18 e 25 anni -.
GianPiero Giuliani ci tiene ad esprimere la sua solidarietà in primis, al lavoro svolto dall’Avis, dal centro trasfusionale dell’ospedale di zona, e poi all’encomiabile solidarietà dei tantissimi volontari “sono stato e sono sempre grato dell’eccellente impegno sociale che i volontari, l’organizzazione dell’Avis e i medici e personale del centro ospedaliero stanno svolgendo”. “Voglio però soffermarmi e fare una riflessione su un ulteriore motivo che ha portato ad un calo di presenze, in particolare di giovani” dice Giuliani “nella nobile adesione al volontariato”. Il coordinatore fa notare infatti, che forse l’aver trasferito il deposito “emoteca” ad Arezzo (era il novembre 2006) abbia, nella sostanza significato un simile crollo, e ciò a dire di Giuliani perché togliendo importanza alla struttura dell’ospedale di zona è forse venuta meno anche quella sorta di fiducia da parte della popolazione “togliendo di fatto quella prerogativa affettiva alla propria terra” si chiede il coordinatore “non si è forse demotivata la partecipazione dei donatori medesimi?”. Giuliani pone la domanda con un punto interrogativo per lasciare un ulteriore spunto di riflessione, ma dichiara oltremodo di essere “non di meno convinto che tale globalizzazione – forse inevitabile – abbia notevolmente influito nell’impegno e nella sensibilità sociale”. Il portavoce si dice infine preoccupato di quanto si sta verificando nella sanità in valtiberina, ma illustra anche un altro possibile scenario che apre un margine di speranza verso la nascita di un nuovo percorso di informazione della popolazione giovanile “mi auguro che con un minuzioso lavoro di sensibilizzazione, perché i cittadini della valtiberina possiedono la sensibilità necessaria” conclude “da parte di tutti – Avis ed enti preposti – si riesca a rinsaldare le file e scongiurare un effetto domino”.
Monia Mariani da Fendente.it