Nessuno parli di tragica fatalità. Quale fatalità? Morire nel 2009 a causa dello scoppio di un vagone carico di GPL che deraglia? No, questo non può essere accettato, né può essere derubricato come un evento dovuto a un caso sfortunato e drammatico.
Morire per colpa del gas nel 2009 è autentica follia. Scusate lo sfogo, ma apprendere il fatto di Viareggio, dopo l’iniziale shock, non può che provocare una grande rabbia. Da mesi, anzi ormai da più di un anno, seguo la vicenda del gasdotto Brindisi-Minerbio e studiando l’argomento è impossibile non imbattersi nell’analisi dei rischi connessi alla scelta -già di per sé fuori dal tempo- di puntare con decisione sul gas come risorsa energetica per il futuro. Il gas NON è il futuro, ma un passato da abbandonare quanto prima!
Ci raccontano spesso che siamo in crisi energetica, che dobbiamo dipendere dall’estero e dunque tanto vale “rischiare” e anziché importare energia dall’estero tanto vale costruire sul nostro territorio gasdotti, rigassificatori, magari anche centrali nucleari!
L’energia è merce di scambio, la importiamo è vero, ma la esportiamo pure. Se andiamo a vedere il bilancio magari scopriamo che già oggi quella che esportiamo è maggiore di quella che importiamo…e ancora non abbiamo neanche iniziato, seriamente, a produrre energia da quella fonte che in Italia non mancherà mai: il Sole!
Eppure ancora si devono sentire cose incredibili. Due giorni fa ad un convegno ad Arezzo un sottosegretario di questo governo diceva che l’Italia nei prossimi anni dovrà investire molto nelle fonti rinnovabili (alleluja), tra cui…udite udite…il NUCLEARE!!! Ma se nel 2009 ancora c’è qualcuno che pensa al nucleare come a una fonte rinnovabile dove cavolo andremo a finire? La legge energetica italiana del 1982, inseriva il nucleare tra le rinnovabili, ma 27 anni fa una cretinata del genere si poteva anche al limite accettare, oggi no!
Così per il gas. Mesi fa un amico del comitato NoTubo, che si batte da anni contro lo scellerato progetto del gasdotto Brindisi-Minerbio (che dovrebbe passare anche dalle nostre parti, trasportando gas in pressione su condotte scavate in aree ad altissimo potenziale sismico…il che già può farvi capire meglio la situazione…senza tra l’altro nemmeno nessun vantaggio per l’Italia visto che quel gas servirebbe al mercato inglese!) mi inviava un articolo del Corriere in cui veniva tracciato come obiettivo dell’Italia quello di diventare un grande hub, ovvero un distributore, del gas in Europa. Noi dovremmo insomma immagazzinare gas in grandi quantità per poi rivenderlo. Come?
Dovremmo far giungere sulle nostre coste delle grandi navi metaniere, contenenti gas liquido che poi dovrebbe essere ri-gassificato in appositi impianti. Al momento in Italia ne abbiamo tre, tutti sotto sequestro della magistratura. Quali siano i rischi connessi a tali impianti e a tali sistemi è semplicemente spaventoso, ma per non essere considerato di parte riporto quanto affermato in una importante pubblicazione di un noto divulgatore televisivo: Piero Angela.
Domanda: quale sarebbe il peggiore incidente immaginabile?
Risposta: Per esempio, una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela fra il 5 e il 15 per cento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “piccole dosi”, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco d 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile.
Domanda: Terrificante. Si può immaginar qualcosa di peggio o questo è lo scenario da incubo finale?
Risposta: Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario “energetico” possibile. Cioè l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche.
Tratto da pag 99 de ” LA SFIDA DEL SECOLO “, di Piero Angela e Lorenzo Pinna (Mondadori, III edizione gennaio 2007)