Mer. Apr 23rd, 2025

#025 Giorgio Gaber, Quando è moda è moda (1978)

Mi ricordo la mia meraviglia e forse l’allegria

Di guardare a quei pochi che rinunciavano a tutto

Mi ricordo certi atteggiamenti e certe facce giuste

Che si univano in un’ondata che rifiuta e che resiste.

Ora il mondo è pieno di queste facce

è veramente troppo pieno

E questo scambio di emozioni, di barbe, di baffi e di chimoni

Non fa più male a nessuno.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Non so cos’è successo a queste facce, a questa gente

Se sia solo un fatto estetico o qualche cosa di più importante,

Se sia un mio ripensamento o la mia mancanza di entusiasmo

Ma mi sembrano già facce da rotocalchi,

O da Ente del Turismo.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E visti alla distanza non siete poi tanto diversi

Dai piccolo-borghesi che offrono champagne e fanno i generosi

Che sanno divertirsi e fanno la fortuna e la vergogna

Dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge

Della Sardegna.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E anche se è diverso il vostro grado di coscienza

Quando è moda è moda non c’è nessuna differenza

Fra quella del play-boy più sorpassato e più reazionario

A quella sublimata di fare una comune

O un consultorio.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me se c’avessi la forza e l’arroganza

Direi che sono diverso e quasi certamente solo

Direi che non riesco a sopportare le vecchie assurde istituzioni

E le vostre manie creative, le vostre innovazioni.

Io sono diverso,

Io cambio poco, cambio molto lentamente

Non riesco a digerire i corsi accelerati da Lenin all’Oriente

E anche nell’amore non riesco a conquistare la vostra leggerezza

Non riesco neanche a improvvisare e a fare un po’ l’omosessuale

Tanto per cambiare.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E siete anche originali, basta ascoltare qualche vostra frase

Piena di parole nuove sempre più acculturate, sempre più disgustose

Che per uno normale, per uno di onesti sentimenti

Quando ve le sente in bocca avrebbe una gran voglia

Che vi saltassero i denti.

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me se c’avessi la forza e l’arroganza

Direi che non è più tempo di fare mischiamenti,

Che è il momento di prender le distanze

Che non voglio inventarmi più amori

Che non voglio più avervi come amici, come interlocutori.

Sono diverso e certamente solo

Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune

Ma neanche la retorica del pazzo

Non ho nessuna voglio di assurde compressioni

Ma nemmeno di liberarmi a cazzo

Non voglio velletarie mescolanze con nessuno

Nemmeno più con voi

Ma non sopporto neache la legge dilagante

Del “fatti i cazzi tuoi”.

Sono diverso, sono polemico e violento

Non ho nessun rispetto per la democrazia

E parlo molto male di prostitute e detenuti

Da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti

Di quelli che diranno che sono qualunquista non me ne frega niente:

Non sono più compagno né femministaiolo militante,

Mi fanno schifo le vostre animazioni, le ricerche popolari

E le altre cazzate;

E finalmente non sopporto le vostre donne liberate

Con cui voi discutete democraticamente

Sono diverso perché quando è merda è merda

Non ha importanza la specificazione:

Autisti di piazza, studenti, barbieri, santoni, artisti, operai,

Gramsciani, cattolici, nani, datori di luci, baristi,

Troie, ruffiani,

Paracadutisti, ufologi…

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

 

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di admin

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