Vittoria netta di Fratelli d’Italia che prosciuga la Lega, tiene Forza Italia. Impresa di Conte che rianima il M5S. Flop del PD e disastro Di Maio.
Torno dal seggio con alcune conferme, poco stupore e comunque con serenità. Quando si vota è sempre e comunque un momento importante, chiunque sia a vincere. Sono state elezioni libere e democratiche, quindi dobbiamo solo prendere atto dei risultati.
1) Ha vinto Giorgia Meloni, su questo nessun dubbio. La sua coalizione era data inevitabilmente per favorita e ha vinto. La lista di Fratelli d’Italia ha ottenuto più della metà dei voti dell’intera coalizione e dunque ci sono ben pochi dubbi sul nome che verrà indicato dal Presidente della Repubblica come nuovA Premier;
2) Il trionfo di FdI è anche frutto di un evidente travaso di voti a danno della Lega, scaraventata sotto il 9%. Stavolta il mojito per Matteo Salvini sarà particolarmente amaro e potrebbe costargli la segreteria del partito;
3) Forza Italia sopravvive, anche se ridimensionata. Anche se sono usciti molti big, l’unico catalizzatore di voti in quel partito resta Berlusconi. Finché ci sarà lui il partito continuerà ad esistere. Garanzia;
4) Altro vincitore, soprattutto nelle regioni del Meridione, è Giuseppe Conte. Ha preso in mano un partito del quale già in tanti avevano scritto il necrologio e lo ha saputo rianimare. Libero finalmente dall’opposizione interna e da un alleato inaffidabile come Letta, Conte ha condotto una campagna elettorale magistrale, dimostrando di saper essere anche leader politico oltre che uomo delle Istituzioni;
5) Lo sconfitto principale di queste elezioni è ovviamente Enrico Letta, cui non sono bastati gli occhi di tigre. Una strategia folle e megalomane lo ha portato a rompere i ponti con ogni alleato dotato di peso elettorale pensando che – solo ponendosi come unico argine alla Meloni – avrebbe poi catalizzato su di sé tutti i voti dei centristi e dei 5 stelle. Deve essere passato anche lui dal Papeete questa estate. Buon ritorno a Parigi;
6) Per Luigi Di Maio parlare di sconfitta sarebbe persino riduttivo. Il golden boy che traghettò nel 2018 il M5S oltre il 32% oggi raccoglie con la sua apina centrista lo 0,6%. Oltre a questo, viene letteralmente asfaltato da Sergio Costa del M5S nel collegio uninominale di Napoli Fuorigrotta e viene dunque fatto volare fuori dal Parlamento. Contrappasso;
7) Nonostante Bonelli e Fratoianni, la lista dei Verdi+Sinistra ottiene un buon 3,5% ed entra in Parlamento. Non era semplice;
8) Il terzo polo si conferma ampiamente come solo quarto, ottenendo tuttavia ottimi risultati in alcune regioni. Se Renzi e Calenda resistono e non si scindono da sé stessi dopo queste elezioni possono attrarre ulteriori consensi da Forza Italia e, soprattutto, PD. Il “grande centro” per ora resta un centrino, ma abbastanza vivo;
9) Menzione di diritto per le altre liste, a partire da Italexit che secondo alcuni sondaggi doveva fare sfracelli. Ritentate la prossima volta.
10) Nuovo record per l’astensione. Fatti salvi coloro che non hanno votato per impedimenti oggettivi anche stavolta, come in tutte le occasioni precedenti, il parere di chi si è astenuto volontariamente dal voto conterà meno di zero. Giustamente.