La Natura, compagna spesso ingiustamente ignorata della nostra vita, racchiude in sé la risposta a tante nostre domande. A tutte le nostre domande. Ci insegna l’importanza dell’umiltà, della costanza (o coerenza) nelle nostre azioni, l’utilità dei nostri sforzi quotidiani. In questo bel testo di Simone Cristicchi credo che questi concetti siano espressi con grande delicatezza e il brano, non conosciutissimo, merita certamente un attento ascolto. In questi giorni, tra l’altro, nei locali del Lingotto a Torino dove si sta svolgendo la 35° edizione del Salone Internazionale del Libro, Aboca Edizioni ha realizzato un meraviglioso stand da circa 200 metri quadrati con oltre mille alberi (veri!) creando un “ecosistema culturale” che ha saputo stupire e ammirare le migliaia di visitatori che hanno affollato nuovamente – dopo il necessario stop dovuto alla pandemia – questa imprescindibile manifestazione. A quegli alberi, ma anche agli scrittori e ai pensatori accolti in questi giorni sotto la loro ombra, possiamo chiedere davvero tanto…
Lo chiederemo agli alberi
Come restare immobili
Fra temporali e fulmini
Invincibili
Risponderanno gli alberi
Che le radici sono qui
E i loro rami danzano
All’unisono verso un cielo blu
Se d’autunno le foglie cadono
E d’inverno i germogli gelano
Come sempre, la primavera arriverà
Se un dolore ti sembra inutile
E non riesci a fermar le lacrime
Già domani un bacio di sole le asciugherà
Lo chiederò alle allodole
Come restare umile
Se la ricchezza è vivere
Con due briciole, forse poco più
Rispondono le allodole
“Noi siamo nate libere”
Cantando in pace ed armonia
Questa melodia
Per gioire di questo incanto
Senza desiderare tanto
Solo quello, quello che abbiamo
Ci basterà
Ed accorgersi in un momento
Di essere parte dell’immenso
Di un disegno molto più grande
Della realtà
Lo chiederemo agli alberi
Lo chiederemo agli alberi