Prima che i Papi raggiungessero un grande potere c’è stata un’epoca in cui l’Italia ha avuto una piccola speranza di potersi unificare con molti secoli di anticipo rispetto al Risorgimento. Intorno al 990 Arduino da Pombia fu nominato dall’imperatore germanico Ottone III come marchese di Ivrea. Nel 1002, alla morte dell’imperatore stesso, grazie al supporto di numerosi vassalli ostili alla dominazione imperiale, Arduino d’Ivrea si fece incoronare Re d’Italia nella basilica di Pavia. A quanto pare (ma su questo le fonti storiche non sono concordi) un anno dopo Arduino acquisì anche la Marca di Verona divenendo così titolare di un regno che si estendeva su buona parte del Nord Italia. Nel 1004 il nuovo imperatore Enrico II, chiamato dall’arcivescovo di Milano con cui Arduino era entrato in forte contrasto, calò in Italia avviando una lotta di dieci anni al termine dei quali il sovrano eporediese dovette arrendersi. L’occasione di cambiare il corso della storia italiana dunque fu perduta e, sarà un caso, sorse proprio dagli stessi territori del Canavese di cui abbiamo già parlato nel precedente capitolo riferendoci a un’altra grande occasione, molto più recente, purtroppo anch’essa mancata.
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