E’ passato poco più di un anno da Piazza San Giovanni, ma sembra essere passata un’epoca. Il Movimento che ha riempito in questi due giorni l’autodromo di Imola è cambiato molto da allora. La doccia fredda delle elezioni europee, quelle del vinciamonoi diventato vinciamopoi, è stata salutare.
Quello che ho visto e sentito a Imola è un Movimento che non ha perso quella rabbia sana e giusta contro le ingiustizie, ma ha saputo trasformare la voglia di rivalsa dello scorso anno in una rinnovata fiducia. Se nelle precedenti manifestazioni il coro dominante era “tutti a casa”, oggi invece a dominare incontrastata è la richiesta esplicita di un futuro di onestà, da portare necessariamente al Governo di questo Paese.
Fiducia in un futuro migliore, fiducia in una classe dirigente che è cresciuta in questi anni, che ha studiato sodo mentre un po’ tutti si concentravano ad attaccare Grillo e Casaleggio, il cui ruolo di veri parafulmine anziché leader del Movimento è sempre più chiaro. Fiducia, Utopia, Sogno. Chi sogna da solo sta dormendo, ma chi sogna insieme agli altri sta facendo già la rivoluzione.
