AREZZO – Per sette anni, da quando il servizio idrico è gestito da Nuove Acque fino al 2006, gli ospedali della Usl 8 hanno pagato l’acqua come fossero industrie.
E ora Nuove Acque deve restituire all’azienda sanitaria 600mila euro oltre ad impegnarsi su lavori per più di 600mila euro. In realtà era l’Ato 4, la prima autorità di ambito istituita in Italia, ad equiparare la Usl 8 ad una utenza industriale: lo ha fatto con più delibere a partire dal 1999 fin al 2006. Quando il coordinatore delle Ato toscane, su invito dell’assessore regionale alla sanità, Enrico Rossi, omogeneizzò in tutta le regione le tariffe applicate agli ospedali e alle strutture sanitarie pubbliche.
La Usl 8 aveva sempre pagato le fatture, pur contestando l’applicazione della tariffa e sostenendo che avrebbe dovuto rientrare tra quelle previste per le utenze pubbliche. Fino al febbraio del 2008, quando l’Usl ha deciso di citare davanti al tribunale di Arezzo sia l’Ato 4 che Nuove Acque, chiedendo la restituzione di poco meno di un milione e 700mila euro da parte del gestore del servizio.
Le parti però non sono finite davanti al giudice: e la vertenza si è chiusa con una transazione stragiudiziale sottoscritta quindici giorni fa da Usl 8, Ato 4 e Nuove Acque. “Proprio il giorno prima – commenta il comitato Acqua pubblica – dell’assemblea dell’Ato, che ha preso atto della transazione. Ma ci voleva poco a capire l’assurdità di equiparare gli ospedali pubblici al pari di un opificio industriale”. La composizione della controversia prevede lavori, già eseguiti da Nuove Acque, all’ospedale San Donato per la regimazione delle acque meteoriche per un costo di 454mila euro, la realizzazione di due collettori fognari tra gli ospedali da Sansepolcro e di Bibbiena con i depuratori del Trebbio e della Nave per un costo di 70mila euro ciascuno.
E la restituzione da parte di Nuove Acque di 600mila euro da corrispondere alla Usl 8 in quattro anni. Gli importi in quattro tranche da 150mila euro potranno essere corrisposti anche a compensazione dele somme che ogni anno la Usl dovrà pagare a Nuove Acque. Da ora in poi, ovviamente, a tariffa agevolata, non come utenza industriale, ma di pubblico servizio. “Ma le 600mila euro – dice il comitato acqua pubblica- devon saltar fuori dalla prossima revisione del piano di ambito. In altri termini o da nuovi aumenti delle tariffe o dalla riduzione degli investimenti. In ogni caso a pagare saranno ancora i cittadini. Mentre l’Ato non controlla e i comuni stanno a guardare” (da Fendente.it)