AVANTI con l’azione legale congiunta dei Comuni della Valtiberina toscana: a nome dell’amministrazione comunale di Sansepolcro l’assessore Ferdinando Mancini ribadisce con decisione l’atteggiamento degli enti locali verso la gestione del sevizio idrico. Infatti l’autorità dell’ambito n. 4 Alto Valdarno, di cui anche la Valtiberina fa parte, ha praticamente annunciato che non è possibile rimborsare le tariffe pagate per anni dagli utenti per un depuratore dell’acqua che non c’era o che non funzionava.
E questo nonostante la chiarissima sentenza della Corte costituzionale che sta rivoluzionando i rapporti fra i Comuni, gli Ato e i gestori del ciclo delle acque. La posizione dell’Aato per l’assessore Mancini è chiara: «Le dichiarazioni dell’autorità di ambito sono inaccettabili sotto tutti i punti di vista – dice l’assessore – infatti la sentenza della Consulta parla chiaro: le tariffe vanno pagate a seguito di servizi effettivamente resi». Cosa che nel caso dei depuratori non è avvenuto. In sostanza la corte costituzionale fa rientrare la questione nella sfera del diritto privato. Anche se un depuratore è in funzione per un periodo limitato, per quello stesso periodo il servizio non può essere fatturato all’utente.
E pare che Nuove Acque abbia chiesto una ricapitalizzazione di circa 7 milioni di euro attuabile solo con l’aumento ulteriore di tariffe già assasi care, per pagare i rimbarsi pregressi agli utenti danneggiati: «Siamo del tutto contrari anche a questo – afferma Ferdinando Mancini – perché significherebbe una volta di più utilizzare un bene collettivo e prezioso come l’acqua per fare speculazioni sulla pelle gella gente e far guadagnare una multinazionale (la Suez Lyonnaise des Eaux, ndr), e le realtà economiche forti che la supportano, a cominciare dalle banche».
Perchè al centro del contrasto ci sono anche i patti parasociali in scadenza a fine mese che i Comuni valtiberini non vogliono assoluamente prorogare.
Altro fronte la quota fissa che nelle bollette ha sostituito (ma solo con un diverso nome) la tariffa del nolo dei contatori, già contestata da anni da comitati e forze politiche. «La sentenza della Consulta sui depuratori dà forza alla nostra battaglia anche su questo versante – aggiunge l’assessore Mancini – perché il problema è esattamente lo stesso: La quota fissa non ha ragione d’essere: non è una tassa legale e non ha un servizio concreto corrispettivo. Anche questo balzello va eliminato».
di MICHELE CASINI
Notizia tratta da La Nazione